Ogni goccia è un tesoro dorato e profumato. L’olio d’oliva non deve mai, ma proprio mai mancare nella nostra dispensa. Usato per cucinare, condire a crudo e completare con delizia qualsiasi piatto, spesso dimentichiamo l’aspetto più importante, ovvero l’assaggio per capire se è buono, discreto o da scartare. Ma come assaggiare l’olio d’oliva per capire se è il prodotto di qualità che cerchiamo? Scopriamolo insieme.

Le regole dell’assaggio dettate dagli esperti

Pochi sanno che esistono delle rigide regole che regolano l’assaggio dell’olio d’oliva e che garantiscono che il giudizio finale sia oggettivo ed affidabile. 

Il momento giusto 

In primis l’orario. Qual è il miglior momento della giornata per assaggiare l’olio d’oliva? Sicuramente di buon’ora a prima mattina, lontano dai pasti principali (pranzo e cena), evitando la sera precedente il consumo di alcolici e fumo nonché di cibi fortemente speziati o comunque dall’aroma forte e persistente. Andrebbero evitati, al momento dell’assaggio, anche profumi, dopobarba e deodoranti forti e dall’odore marcato. 

Il modo giusto 

Come capire la differenza tra gli oli d’oliva assaggiati? Tra un assaggio e l’altro è bene consumare un pezzetto di pane o mela bianca per aiutare il palato a trovare l’equilibrio. 

L’impatto visivo 

Si sa anche l’occhio vuole la sua parte. Come assaggiare l’olio di oliva non solo con il palato, ma anche con gli occhi? Impossibile? Niente affatto. Se è limpido, l’olio risulta filtrato o ha subito un processo di decantazione naturale. Se è velato, si tratta di un olio non filtrato e nuovo, mentre se si presenta torbido e con striature, allora è un olio conservato male. Anche il colore dell’olio ha la sua importanza nel giudizio. Solitamente oscilla dal giallo al verdino, e c’è motivo di allarmarsi se si presenta incolore (significa che è di pessima qualità). Se è aranciato, invece, significa che l’olio è ossidato.